Uso del ripetitore catodico

Nonostante siano sempre meno reperibili, le valvole continuano a stimolare nuovi progetti anche al giorno d’oggi, per esempio questo bel rtx QRP di Johnny IW9ARO. Il nostro Francesco I0ZV coglie l’occasione per ricordare un’accortezza già pubblicata su RR 11/1965 e quindi sfuggita ai più giovani.cat-follow

Le virtù del ripetitore catodico (cathode follower) sono tanto note da non dover certo essere qui ripetute; è un circuito che si presta ad essere anche maltrattato, come infatti avviene spesso. Tuttavia vorrei solo richiamare l’ attenzione dei colleghi che il circuito di fig. 1, che invariabilmente viene usato, non è il migliore, e solo eccezionalmente può andar bene.
Supponiamo infatti di usare un triodo di modeste dimensioni (6C4, 12AT7 ecc): data la forte transconduttanza, la resistenza catodica R dovrà avere valori intorno ai 300-800 ohm se non si vuole che la corrente Ip cada a valori troppo bassi.
In tali condizioni, e avendo (ad esempio) una Ip di 2 mA si sviluppa ai capi di una R di 500 ohm una ddp. di UN volt, che rappresenta la polarizzazione del triodo. Con un simile circuito, la massima tensione che il ripetitore può fornire è – al limite – di un volt di picco, cioè circa 0,7 volt (rms).
Questa tensione, in molti casi, è insufficiente (si pensi al segnale di un VFO od al pilotaggio di un filtro).
Per migliorare radicalmente la situazione è sufficiente porre in serie alla resistenza R (che serve alla polarizzazione) una seconda resistenza, (di carico) notevolmente più alta (nel caso in esame da 5000 a 10.000 ohm). La resistenza totale che si viene ad avere tra catodo e massa sia così per esempio 15 volte più elevata, ebbene anche la massima tensione ottenibile senza distorsione sarà 15 volte più elevata.
La disposizione è quella mostrata nella fig.2. Un ulteriore vantaggio è costituito dal fatto che se la griglia è collegata a massa attraverso una resistenza che shunta la sorgente di tensione, il suo valore resistivo alla corrente alternata viene per così dire “moltiplicato” per lo stesso coefficiente, in quanto non viene più a trovarsi tra griglia e massa, ma tra griglia ed un punto in cui si ha una frazione notevole della tensione in entrata. (Più esattamente per il coefficiente suddetto moltiplicato il coefficiente di amplificazione del circuito che è di poco inferiore ad 1).

 

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