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antenne , radio e poesia
a cura di Claudio Primerano iz0hhh
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Sul numero di aprile del lontano
1988, Radio
Rivista
pubblicò una poesia di Peppino Loreti (I0AOF),
che rappresenta la colorita caricatura del radioamatore dei tempi che
furono (... credo che la prima trascrizione della poesia, però risalga
all'inizio degli anni 1970).
Poca ispirazione poetica suscita oggi lo "shack" del radioamatore;
allora il laboratorio dell' OM veniva spesso "rinforzato" da una buona
dose di autocostruzioni a base di ciarpame elettronico, che aiutava la
"baracca" ad andare avanti, tra scrocchi e "scintilloni".
Noi della sezione ARI di Roma, in quanto radioamatori e romani (magari
di adozione, come il sottoscritto), desideriamo riprendere quelle
strofette tanto amene quanto veritiere, così vicine al nostro comune
"retroterra culturale", ed aggiungere anche una breve poetica più
recente di Gino Corvaro
(IW0AEN), sempre in rigoroso vernacolo romanesco.
Ci è sembrato doveroso, non solo per rispetto della radio e di due suoi
amici, ma anche per tentare una azione di promozione del nostro idioma
territoriale, messo sempre più a repentaglio da sonorità anglosassoni
(e questo passi ...) e da debordanti gergali "coatti".
Chi lesse la poesia a suo tempo, ora ha modo ricordarla ed i più
giovani potranno meglio...
immaginà li tempi passati, quelli pe capisse de "chicchennina".
In
chiusura alcune strofe di Antonio
Vernucci (I0JX) impegnato in uno sforzo oratorio sulla
banda dei 144.
E' entrato nella lista dei sonetti anche uno di Antonio Tony"
Giudici (I0GOJ)
ottimo radiotelegrafista; il titolo della composizione non
poteva
che essere dedicato ad un esperto del tasto e del codice morse: Er
telegrafista postale.
Un'altra
"perla" del radiantismo visto dai suoi stessi poeti, si aggiunge alla
nostra non breve collana. Una seconda composizione
della
fertile e istrionica fantasia di Tony (I0GOJ) è "L'invenzione
della radio",
una trasposizione "inpudica" dell'imponente
avventura marconiana, in
una chiave di
lettura inusuale. Una spece di presepio romano nel quale i personaggi
ed i
luoghi originali vengono introiettati in una cantina dei Castelli
romani
della prima metà del '900. Paradossalmente, tutto sembra trascritto da
un canovaccio molto più antico,
per cui lo stile, i modi ed i tempi ricordano l'epoca di
Pascarella con la crudezza delle terminologie di Zanazzo.
Un alabicco letterario, che distilla stupore e saggezza
popolare
nella
piena gergalità dei romani d'una volta: Nessuna offesa se allora i
romani erano tanto coloriti e veraci. Chi nasceva ai piani
bassi
si
esprimeva
cosi, ma anche gli inquilini dei piani superiori spesso non
disdegnavano quel lessico ingombrante ed immediato, che
neppure a
quei
tempi
si peritavano
di definire "greve". Un' opera da valutare per
quello che sono stati l'ambiente e la cultura della
tradizione,
che sono sopravvissuti in quest'ultimo mezzo secolo in pochi quartieri
romani come Trastevere,
Testaccio, Garbatella, ed oggi
sono pressochè scomparsi.
Il lavoro, presentato nelle pagine della poesia, a causa della sua
considerevole dimensione viene proposta in
formato (PDF) stampabile. Alla serie della nostra letteratura si aggiunge "Er tasto telegrafico",
il dispositivo di lavoro più amato da I0GOJ. Tony,
tuttavia, non è personaggio scontato e mentre intesse le lodi allo
strumento di Morse prepara, in coda di lettura, sorprese
molto più "tresteverine". Buona lettura .
Claudio iz0hhh
Chi
ha materiale conservato, già edito o mai pubblicato lo invii al
curatore del sito, vedremo di proporlo agli amici su
queste pagine. Grazie ! IZ0HHH () .
L’ innaugurazzione della sede dell’ARI de Roma di Gino Corvaro "IWØAEN"
scritto per Elettra Marconi
in occasione dell'inaugurazione del rinnovo della sede il 12-12-2013
112 anni dal primo collegamento transoceanico Poldhu-Terranova
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Eppur stavolta…è grande occasione….
“Also special event” se dice in gergo
Infatti qua’ de fori….. ce sta er gorgo
Pe’ questa grande manifestazzione.
Doppo tant’anni de tribbulazioni
‘na sede tutta nostra, noi c' avemo
un grazzie ar Presidente, noi dovemo,
e un grazie puro alla Sora Elettra.
Infatti, per la radio, ed in suo onore
che è la passione, che per noi impera,
la fija de Gugliermo…. l’inventore.
e’ qui presente, ed è con noi stasera.
Grazzie alla Principessa e a tutti quanti,
73 a tutti li “Radianti”.
Roma, 12 Dicembre 2013 Gino Corvaro (IWØAEN)
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Er Radioamatore ovvero la
"Stazzione" di
Peppino Loreti "I0AOF"
il
testo completo è stato riportato alla luce da Giovanni Paternostro I0XJ
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Fori sembra 'na casa assai normale,
però se guardi bene sopra ar tetto.
vedrai 'na cosa che fa un cert'effetto:
'n accrocco veramente eccezzionale"
E' la famosa antenna ricevente
e quarche vorta pure trasmittente.
'Sto mucchio de ferracci e de bulloni
esposto all'intemperie e a tutti i venti
serve per stabbilì i collegamenti
co' tutti i continenti e le nazzioni
e pe 'nun faje fà troppo fracasso
cià tanti pezzi a bagno dentro er grasso.
Er problema più serio è de ventalla
in modo che nun possa cascà giù,
ma nun sarebbe grave, o tutt'ar più
se tratterebbe solo de rifalla.
Perciò cor fil de ferro e coi tiranti
sopporta pure i venti contrastanti.
E questo, grosso modo, sta
all'esterno,
ma la cosa più buffa e complicata
è data dalla robba ch'è ammucchiata
ar piano sotto, vojo dì all'interno.
Amperometri, tasti, lampadine,
strumenti tondi, bussole, bobbine.
Corrente ad altissima frequenza,
cuffie de quattro tipi, motorini,
condensatori grossi e piccolini,
batterie pe' fa' fronte a ogni evenienza,
valvole, valvolone e valvolette,
tutta robba che serve pe' trasmette.
'Sto magazzino è detto "la stazzione"
ma nun me spiego che stazzione sia
visto che c'è sortanto porcheria
e nun esiste l'ombra d'un vagone!
Comunque 'sto complesso e st'apparato
po' sembra' un tantinello esaggerato!
Ar muro ce so' tante cartoline
d'ogni tipo e colore, rosse, gialle,
giunte da tutto er monno e che a guardalle
rassomijano a tante bandierine
messe lì a circondà l'arco trionfale
che protegge un pensiero e un ideale.
Serveno a dimostra' che 'na chiamata
fatta mettiamo er quattro de settembre,
te l'hanno confermata er due dicembre
co' questa "QUESSEELLE" ch'è arrivata!
Ce stanno scritti dati sconosciuti
pe' noi che capimo e poi i saluti.
Sur tavolo troneggia un mappamondo
solo pe' impressiona' i visitatori
eppoi pe' fa' capì' a certi signori
ch'er monno nun è quadro ma rotondo!
Er Ministero approva e te lo dice
un ber diploma dentro 'na cornice...
quello che manna avanti la baracca
po’ esse un poveretto od un signore,
però se fa chiamà “RADIOAMATORE”
e cià un ber distintivo su la giacca…
Radio va bene, ma se cià un’età
sarà pure amatore… chi lo sa !
S'arza la notte quanno è buio fitto
perché dice che c'è "propagazzione"
e nun vorrebbe perde l'occasione
de parla' cor Brasile e co' l'Eggitto
o ave' un collegamento assai magnifico
co' un’isoletta spersa ner Pacifico
Parla con un linguaggio universale,
un misto d’ostrogoto e d’esperanto
co’ frasi che capisce lui sortanto,
e co’ questo sistema, bene o male,
riesce a chiacchera’ co’ un giapponese
con un americano e co' un cinese!...
figurete che robba se la moje
la chiama”I GRECO ELLE” e se i saluti
so’ li “SETTANTATRÈ”!!!...che Dio ci aiuti
da fasse venì in mente certe voje,
perchè per acquistà ‘na certa pratica
se dovrebbe studià...la matematica!
Se senti ’sti discorsi te spaventi:
- chiamata generale pe’ le prove...
stasera arrivi forte, esse nove,
e dimmi un po’, a me come me senti?
adesso passo e chiudo pe’ un momento
perchè me s’è incantato uno strumento...
pronto, pronto, ciqqù ciqqù quaranta,
ciò un elemento che s’è sfasciato
e quindi so’ un pochetto preoccupato,
ma de potenza ce n’ho sempre tanta
però vorrei trasmette in “CIVVU’ DOPPIO”
perchè ho sentito fa’ come uno scoppio!!!-
Quanno riesce a fa’ un “ paese novo”
allora so’ dolori veramente...
la moje che sta a letto e che lo sente
strilla’ come se avesse fatto l’ovo,
s’infila la vestaja in tutta fretta
entra a valanga nella cameretta
- ODDIO!... te senti male?...ch’è
successo?
je dice con un tono preoccupato
- pareva che t’avessero scannato!!!
- zitta !!! – risponde lui – che proprio adesso
ciavrei un collegamento co’ la Cina!
famme er piacere, vattene in cucina...
e nun me disturba’, perchè stanotte
è stata ‘na giornata eccezzionale!
pensa ch’ho fatto l’ isola de lSale
e er polo Nord, poi me so’ rotte
du’ varvolette e per un po’ ho sospeso
sortanto pe’ cambialle, poi ho ripreso...
piuttosto, dar momento che sei
arzata,
vedi de famme un goccio de caffè
che sto n’artra mezz’ora poi a le tre
chiudo baracca e fo la rimpatriata...
La moje je fa un gesto co’ le braccia,
apre la porta e je la sbatte in faccia!!!
e fa tanto fracasso quer rumore
che l’omo, co ‘na voce cavernosa
je strilla : - brutta strega velenosa,
me sa che m’hai sfasciato un transistore!!!
e siccome ragiona co’ l’intuito,
s’arza de prescia pe’ stacca’ er circuito…
Quanno un amico poi lo vie’ a trova’
allora la questione è proprio tragica
perché con una frase quasi magica
je dice : -benvenuto ar “QUERREÀ ”
es’infileno dentro ar “santuario”
a traffica’ co’ tutto er ”reliquario”
e come se esistesse er coprifuoco,
pe’ casa c’è er silenzio de ‘na tomba
che poi pò diventa’ scoppio de bomba
quanno se so’ stufati de quer gioco
e sortendo de fori de la stanza
p’er brontolio che cianno ne la panza!!!
Ecco, questa è la storia proprio vera
di chi si mette a fa’ l’operatore.
Lui nun cià orario, è peggio d’un dottore
dorme de giorno, s’arza quanno è sera,
parla de notte, je va via la voce
e mette tutta la famija in croce…
Perciò co’ 'sta bella chiacchierata
ho voluto spiegavve ad un dipresso
la confusione che succede spesso
in una casa semplice e onorata
dove ce so’ mischiati un’omo pazzo
e un’antenna che gira sur terrazzo!!!
Peppino
Loreti (I0AOF)
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Rradioamatore a termine di Enzo Berardi "I0EBR"
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Faccio er radioamatore da tant'anni
C'ho tanti amichi sparsi in tutto er monno
Se collegamio spesso e senza affanni
E se parlamio a lungo e a tutto tonno.
La cosa bella e vera è l'uguajanza
Nun ce divide lingua né colore
E, questi qua, sò fatti de sostanza
La fratellanza vera drento ar core
Ma er monno stà cambianno de sistema
La radio sembra vecchia e superata
Ormai la fede è compiuterizzata
E con un fregnetto de telefonino
Se chiameno dan polo a n'artro polo
E così rischio de restà da solo.
Settembre 2006
Enzo Berardi (I0EBR)
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Er
radioamatore di Gino Corvaro "IW0AEN"
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Oggi er monno è assai cambiato
c'è 'na tecnologia che fa paura
che puro si uno è preparato
a staje appresso è proprio dura.
Riposte le varvole ner cassetto
o tutt'ar più 'n vetrina.. pe memoria
er Radioamatore, oh poveretto
ha finito er tempo de la gloria
computer, modem e apparatini
so' arivati drento alle stazzioni
'ndo se trasmette pe l'effetto dei quatrini
ma... quarche vorta scatta
l'emozzione,
de la Patria te senti salvatore
e ripiji 'n mano er sardatore
Gino Corvaro (IW0AEN)
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W l' Aradio di Angelo Azzi "I0CMG" (1976) il
testo è stato ritrovato da Renzo I0GKP
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| Qui se parla in tono ‘n po’ burlesco d’ una scienza alquanto strapazzata, che mo co‘ sto dialetto romanesco a rime poco sciorte è riportata; quella cosa studiata ner Palladio che nun se sa perché se chiama Radio.
Fiorita ne la testa de Marconi l’idea d’utilizzà le onde Hertziane e doppo le diverse settimane, passate sempre zeppe d’interesse, cor bòtto der fucil ecchete l’esse.
Fu festa granne su ‘sto monno intero. Quer fatto già lontano, si ce penzo, pe’ noi di ier futuri nun è mistero, tanto è ver che l’ha capito Franco, che n’ mezzo a li libbri der panunto lo scopo suo t’ha quasi raggiunto.
A parte il fatto de manipolà cambiali, forte è stato in lui l’istinto t’annasse senz’induggio a ‘ntrufolà in questo astruso labirinto.
Tubi termoionici, transistori, chassis, medie frequenze, integrati, toroidi, schermi, condensatori, calcoli più o men interpolati, gnente pe’ lui è scuro ma com’Amleto un dubbio c’era, essere incompleto.
Ma indove stava quella ria lacuna? doppo l’U erre trecento e novanta raspato ar ferrovecchio de fortuna ch’ancora cià ‘na voce che t’incanta che cosa dunque j’amancava allora! Giocoforza perciò alla bonora
fu de sentì er capoccione Mario, d’ascortà ‘r consijo der professorino senza consurtà l’abbecceddario, ma dopo aver udito zi ‘Ngilino er dubbio sartò fòra a scoppio: sacri numi, mancava er civudoppio.
Così dopo qualche annetto de pazienza pe’ fa onore a quell’esatta scienza e dopo avere stretto forte i denti l’O.M. Franco mo vola a centoventi.
Angelo Azzi 1976 (I0CMG)
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Er
telegrafista postale di Antonio Giudici (Tony) "I0GOJ"
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'na vorta quann' ero regazzino,
mentre bighellonavo
pe le strade der paese 'n
dov' io sò nato,
sò
stato attratto da dietro un gran portale
che poi s' è rivelato l'ufficio
postale,
da na caciara de fischi arquanto
strani.
Me pareva de sentì na cantilena
de ucelletti in su per la collina,
indove annavo a giocà la matina
co l' artri amichi mia a guardie e
ladri.
M'
avvicinai in sopra der portone
e vidi 'n ometto inviperito
che batteva su un tasto con un dito.
Era er fidanzato de mi zia Assuntina,
'na bella regazzotta de paese
che co questo ce sciva già da un
mese.
Je
dissi : a sor maè che state a fà ?
lui me rispose : "io stò a lavorà "
Ma comme io je dissi : e ch' è
'n lavoro
fa li fischietti da la matina a sera?
E lui me rispose :
"Nun
è na sonajera
che se mette sui letti de li pupi ,
se tratta de 'na cosa molto vera.
Li senti sti sonacci tutti in fila?
Li senti comme sò ritmati?
Co
sti soni strani sò du anni
che manno ogni matina i telegrammi."
Rimasi lì a sentì per un pochetto
perplesso e incuriosito
comme ch' avrebbe fatto qualsiasi regazzetto.
Poi stufo de sentì sta sonajera
decisi ch' era mejo annassene a giocà a la guera.
Mentre ch' annavo a trovà l' amichi mia pensai :
"Ma er fidanzato de mi zia Assuntina
invece de perde tempo a giocà co li fishietti
a fà er telegrafaro,
nun farebbe mejo a ritrovà mi zia
che 'n tanto se la sona co 'n vinaro?"
Tony Giudici (I0GOJ)
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Lìinvenzione
de l'Aradio di
Tony Giuduci "I0GOJ"
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...preleva qui,
con un click il documento stampabile in formato pdf
Tony Giudici (I0GOJ)
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Li
Ponti de Roma di Gino Corvaro "IW0AEN"
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rima scritta da Gino Corvaro in
occasione del diploma dei Ponti di Roma del 2006 |
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Sti’ tempi colli laghi e li manieri,
c’e’ bailamme su tutte le frequenze,
da parte nostra e dalli stranieri,
pe’ effetto de certe referenze.
Speciarmente er sabbato matino
se sente fa ciqqu referenziato
‘n pile-uppe, se arza a fa’ casino
fin quanno a logghe, te nun l’ai portato.
Nun poteva mancare sto’ Diploma,
ch’e’ carico de storia secolare ……
de quello ch’e’ successo drento Roma
sti Ponti li dovemo ricordare.
Sopra er vissuto… e tanta storia
ma de antenne e radio, mai fu gloria!
Gino Corvaro (IW0AEN)
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L'anni
de la 525 (14.525) di Antonio Vernucci "I0JX"
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Ricordo quel giorno del 1982,
quando decidemmo di spostare sulla frequenza di 145.525 MHz il QSO
serale del nostro gruppo, che prima si teneva in venti metri SSB. La
scelta di quella particolare frequenza fu dovuta al fatto che l’FDK
Multi 8 di Tony I0IJ aveva pochissimi quarzi, e quello della 145.525
era l’unico che si trovasse nella banda FM simplex. Immediatamente ci
si rese conto dei grandi vantaggi che la VHF / FM offriva nei riguardi
dei QSO locali, e spontanemante nacque anche un nuovo modo di fare QSO
(che qualche purista a quel tempo questionava), basato sul libero
accesso a chi desiderasse intervenire, senza dover necessariamente
seguire una ruota predeterminata. In breve tempo la frequenza si popolò
di numerosi radioamatori, diventati poi tutti amici, in grado di
esprimere un livello radiantistico di buona qualità. Nasceva così una
specie d’elite, aperta però potenzialmente a tutti, e dalla quale si
autoescludevano solo coloro che non si sentivano in grado contribuire
alla crescita culturale del gruppo, detto poi “quelli della 525”. Nel
corso degli anni varie voci si sono avvicendate sul canale, ma quelle
che ci hanno lasciato sono sfortunatamente più numerose delle nuove che
si sono andate via via associando. A venti anni di distanza, la
frequenza è oggi principalmente utilizzata da uno “zoccolo duro” di
pochi ostinati, tra cui il sottoscritto. Mentre prendevo atto del lento
sbriciolarsi dell’attività sul canale, mi è venuto in mente, chissà
perchè, di rivolgermi scherzosamente alla frequenza
“cinqueevventicinque”, impersonandola nell’ospite del salotto virtuale
che da tanto tempo ci accoglie. L’uso di uno pseudo romanesco aiuta a
mascherare l’evidente improvvisazione poetica.
Roma,
20 Luglio 2002
Antonio, I0JX (er geìcchese)
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Cinqueeventicinque,
frequenza amica mia,
da quanno che fecero ‘sto monno
stavi a dormi’ un lungo e dorce sonno
co’ lle colleghe in bbona compagnia.
'N ber giorno qui, su ‘sto pianeta Tera,
Marconi manna ‘na scintilla, eppoi
s’accorge che pe’ ffa’ na radio vera
ce vonno 'e frequenze, propio voi.
Ve svejano de corsa a tutte quante,
molte le zeppan de sinfonie e cori,
ar terzo monno gliene danno tante,
e a te tte toccan li radioamatori.
Chiacchiere ‘nsurse, balle e manfrine,
‘n po’ de picchiati e quarche tontolone,
ma s’accontentan tutti poi alla fine
de 'n ber rapporto de modulazzione.
‘N giorno de tant’anni fà, venti me pare,
t’ariva ‘n gruppo che sembran professori,
se piantano da te a chiacchierare
e tutti l’artri glie tocca de sta’ ffori.
Parlan de bobbine, varvole e cavi,
de paesi, contest e de dipromi,
battono er Morse come li nostr’avi,
ma a naviga’ sull’internèt puro so’ bboni.
Più ll’anni passan e più nun poi nega’
che questi ciann’a radio drento ar core,
nun è pe’ perde tempo o tiràccampa’
che se so messi a ffa’ er radioamatore.
‘Na vera smania, e l’ha pijati brutto,
se so’ convinti che cianno la missione
de tene’ ‘n vita sta macchinazzione
pe’ evità che sinnò zompa der tutto.
Amica mia, si tu ben hai ascortato,
purtroppo mmò le voci so’ dde meno,
chi se n’è ito e chi se ‘o son portato,
er tempo s’è disciorto in un baleno.
Tu che ‘n ciai ‘n età nun poi capì’
che vor dì’ pe’ nnoi er passa’ dell’anni,
no tanto pell’acciacchi e li malanni,
ma pell’amici che ‘n se fan più sentì’.
Cercane de novi? Ma comme fai,
‘n se trova l’amicizia là ppe’ là.
Tu ‘nvece co’ ‘e colleghe che ggià cciai,
d’amiche te poi fanne a volontà.
Tra ‘n mijardo d’anni, a ‘n artro monno,
si un Marconi co’ ttre occhi ve rinventa,
quanno ve svejeranno ancor dar sonno
pijate ‘n posto bono, sta’ ben attenta.
Si vvo’ sta’ a sentì’ en consijo amico
fatte subbito rida’ i radiamatori,
semo ‘n po’ frulli, ‘n po’ bimbi e sognatori,
ma ccosì amici che manco te 'o dico.
Frequenza mia, all’oemme der futuro
tramandaje l’arte del radiomatore,
‘na cosa strana ma bbella de sicuro
che t’entra e te rimane drento ar core.
Antonio Vernucci (I0JX)
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La
Dexpedition 9XØR di Gino Corvaro "IWØAEN"
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Tre strofette scritte da Gino
Corvaro in occasone del ritorno di Gianfranco Scasciafratti IØZY
dalla Dx-pediton in Rwanda (9XØR).
La poesia venne recitata dallo stesso autore in occasione della cena
sociale del 18 aprile 2008 al ristorante "La locomotiva" in Roma. |
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A Gianfranco IØZY (9XØR)
Stasera l’ARI Roma è qui’ riunito
pe’ fa ‘na festa a ‘n amico vero,
che ‘nsieme alli Spagnoli se n’è ito
ad attivà er continente nero.
Vado
in Rwuanda, ... quer giorno cià detto
a fà na spedizzione straordinaria,
... pur sapenno che nun era ‘n giretto
Noveicsezeroere era in aria.
Si ar logghe ce stà ... che soddisfazzione
grazzie Gianfrà a te e a l’amici tua
... si ancora oggi ciai sta gran passione
la Radio è parte della vita tua!
Gino Corvaro (IW0AEN)
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Er Tasto telegrafico di Antonio Giudici "IØGOJ" (Luglio 2008)
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| È ‘n pezzo de fero fatto strano, ch’ha ‘na stecca de metallo luccicante, ‘na rotondità più sovrastante, un paro de bulloni, e ‘no spilletto indove tutte l’interruzioni diventeno dei soni…
Usallo nun è facile pe tutti ce vò concentrazione ce devi mette tutta l’arte che ciai, sinnò so’ guai. Te se lega la mano sur pomello; si nun ce metti ritmo e la passione riesce male tutta la trasmissione.
Chi pe diletto Se lo tiene tra le dita stretto, movenno la leva in arto e in basso velocemente oppur più lentamente
Oppur più seriamente movennolo de fianco come te posso dì…lateralmente cor pendolino che fa la capoccella sbattendo su la molla sovrastante se sente er sono comme si fosse ‘na voce dialettale e che quarche vorta te fa trasmette male.
Mentre pe chi cià prescia po’ usa’ l’invenzione d’un tale americano, che cià messo mano sopra un coso strano fatto co un par de molle e du palette, che se devono sfiora’ settate strette e ce cori comme si fossi in aeroplano.
Fatto che stà , li cultori de ‘st’aggeggio qua ce giocheno compunti e seriamente fino a fallo diventà rovente…
‘N amico mio lo move de mano la matina, mentre un artro ce s’ attacca de mancina, ‘n artro che conosco molto bene doppo ch’ha fatto er “venditor de vino” se mette a smanazza’ de bon matino ‘na collezzione de tasti pe trasmette che nun sa manco lui dove pò mette.
Quarch’uno ce zompetta sopra solo er dì de festa perchè nell’artre sere quarche moje un po’ stufa de tutta ‘sta questione, pe faje leva’ ‘sto “vizio” strano, tutta contenta je core incontro e a mano a mano ricordanno sempre ar marito marconista che pur si de mano ce coje ed è ‘n artista, è mejo smorza’ tutto e …fa la festa…!
Tony Giudici (I0GOJ)
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Eravamo quattro amici all'ARI di Alessandro "IZØYES" (Ottobre 2013)
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Sarà per gioco o per amore ma vojo diventà radioamatore
Pe sto sogno coronà ce semo messi giu’ a studià
Se pe fa questo vai all’ARI nun vonno manco li danari
Studiamo duro tutti quanti perché all’esami n’c’è so santi.
Ma in realtà un santo esiste, che con noi indefesso insiste.
Se chiama Pietro, il buon Tancioni che mo s’è rotto i medajoni
A spiegacce a risonanza je venuto er mar de panza.
Insiste tanto coi resistori perchè n’ sapemo li colori.
Racconta pure qualche storiella di gioventu’ giovane e bella
Quando fin agli anni settanta, se non c’era propagazione
Anche se la voglia era tanta, non si telefonava giù in Giappone
C’è sto io che so Sandrino ,un po’ de coccio ma non cretino
Nella speranza de fa st’esame me sto a nventà parole strane
quando penso d’ave capito pe parlà io arzo er dito
Dico lesto la versione, e talvolta esce no sfondone
Spiego bene, con chiarezza, ma Pietro dice: Ma che è sta ampiezza ??
Nun’è ampiezza, ma è corrente. Alessà n’ capisci niente !!
Tra corrente e tensione c’è sta sempre a relazione...
Sandro mio, che pazienza, la legge di Ohm stabilisce che a parità di impedenza una cala e l’altra cresce
Ho capito và ... ho da senti’ IK0OTG
C’è Roberto l’ingegnere impiegato ferroviere
Ma si è facile!! è un integrale, mah... io son proprio un animale
Piu che mettese a parlar je interessa il meteomar
Navigar con la sua bella sulla barca bianca e snella
Vuole andà in navigazione ma sfuggi’ a perturbazione
Alzando il braccio saluta tutti navigando di bolina, veleggiare tra i flutti è la migliore medicina.
Tutto il resto nun lo tocca, randa spi e vento in poppa
Poi c’è Antonio Ragozzino dall’udito sopraffino
Nella vita è colonnel, tra potenza e tensione, nun digerisce i decibel e nun je garba a proporzione
Logaritmi ed equazioni j’hanno rotto li maroni
Pe parlà c’a radiolina fanno tutta sta manfrina
Studia tanto , è preparato e spreme tanto la sua mente
ma poi il libro era sbajato!! e la domanda deficiente
C’è poi Ivo, bravo ragazzo, che all’esame da importanza
silenzioso e un poco schivo vo’ studià co piu costanza
Ha deciso senza indugio che in novembre vo rifugio
I’amo detto dai D’amato ma lui a st’inverno ha rimandato
C'ha già detto a brutto grugno amici miei non insistete
L’esame non lo faccio a giugno manco se lo dice il prete.
Poi c’è anche Fortunato viene dritto dall’ufficio, arriva sempre trafelato dopo tanto sacrificio
lascia presto la regione ma n' ariva mai puntuale nel veni co noi a lezione, la metro passa e lui non sale
ormai Pietro nun c'ha speranza alle 6 e mezza apre la danza
La situazione è complicata nun trova la raccomandata
Vorrà di che qua mattina je farai vedè a domandina.
Documento in tasca e penna a sfera collegherò la terra intera !!!
Pietro, passeremo l’esame? diventeremo radioamatori? ma si...ce so riusciti i cacciatori !!!
IL cacciator è assai morboso vuol la sua radiolina cosi in modo ingegnoso po stanà la selvaggina
Poi pel resto c’a patente nun c’è fa proprio un bel niente
Je sta bello su il morale se impallina il cinghiale
che poi ansima morente, mortacci tua e daa patente
Siam giunti a giugno e di tempo ne è passato,
vedo Pietro che mugugna sempre piu’ preoccupato
je dico a Pie' nun c’è problema l’ho capito er teorema.
Lui risponde soavemente c’ho un rimorso, un gran pensiero
Mo per tutta l’artra gente, ... siete tutti IZ zero.
Alessandro (IZ0YES)
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