Voglio
dedicare, almeno qualche riga a "italiazeroogei", Peppino
Palumbo (1910-1999), il mio primo “maestro” di cose
telegrafiche, colui che mi ha iniziato alle meraviglie, ai segreti di
quel piccolo e sconosciuto telegrafo, che ha in mano, il
sounder (1) (sul tavolo se ne
notano altri due, oltre all’inseparabile verticale
(2), sulla destra).
L’ho incontrato due o tre volte, nel 1994, per suggerimento di un
radioamatore cieco, Giulio Nardone e un’ultima volta nel 1998, quasi
novantenne, sempre attivo, eternamente innamorato della telegrafia e
ancora pieno di curiosità. Dei nostri colloqui ho alcuni nastri
e le relative trascrizioni, che conservo gelosamente e consulto spesso.
Un giorno parlando di didattica mi disse una cosa, che poi ebbi modo di
verificare: i testi francesi (di radiotecnica e di telegrafia) sono
più chiari di quelli italiani, perchè questi ultimi
presumono che lo studente abbia già alcune nozioni. Ed allora mi
diede dei nastri e delle dispense, che aveva scritto personalmente per
insegnare il Morse. Mi fece sentire i rumoretti del sounder e
quelli analoghi del tasto e mi fece manipolare questi due
dispositivi. Mi spiegò bene la differenza tra telegrafia con
fili e con zona (3), indi senza zona
e infine senza fili. Anche la telegrafia è una forma di
linguaggio parlato ed i telegrafisti esperti riescono a cogliere nel
suono e nelle pause del corrispondente il suo tono di voce e la sua calligrafia. Mi
parlò, inoltre del cartoccetto
Cominoli (4) usato dai
ferrovieri, che mi incuriosì moltissimo.
Una volta fu trasferito al telegrafo di Genova, sulla linea a circuito
chiuso per Sanpierdarena, molto trafficata; avevano bisogno di
telegrafisti e non radiotelegrafisti. Lui lavorava nella sala apparati
con i telegrafi scriventi. Come telegrafista avrebbe dovuto tradurre
dalla zona, ma lui radiotelegrafista riceveva sempre ad udito e quindi
a velocità maggiore. È stato anche baudista
e hughista(5) dove la
manipolazione avveniva a 5dita, ma lui prediligeva sempre il tasto
verticale ed il Morse. Fino alla fine della guerra la Hughes era molto usata,
poi sono arrivate le telescriventi, che hanno fatto terra bruciata di
tutte queste tecnologie intermedie.
A quei tempi, gli apparati molto spesso si autocostruivano; in ogni
caso quei dispositivi diventavano colleghi di lavoro ed anche il Morse
poteva trasmetterci calore umano. Non è vero che il linguaggio
telegrafico sia freddo e distaccato. Chi scrive “amoti” invece di “ti
amo” è certamente arido, ma la colpa non è davvero del
tasto.
Mi raccontò ancora molti episodi della sua vita: dei contest,
del decalogo degli OM, delle scale R/S/T, delle prime radio a
scintilla, delle strascicate trasmissioni coloniali , delle
intercettazioni, delle spie e dei camuffamenti: di tutto un mondo che
aveva iniziato a dissolversi subito dopo la guerra e che nessuno voleva
e sapeva contrastare. Mentre mi diceva queste cose si divertiva a
battere in Morse sui braccioli della sua sedia, annuendo con le
palpebre, come solo le persone d'esperienza si permettono. Ciao
Peppino, ancora grazie!
Note:
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(1)
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Sounder : dispositivo a
vibrazione, che consentiva di ascoltare il segnale in arrivo
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(2)
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Verticale : tasto
tradizionale nel quale la manipolazione avviene spingendo verso il
basso (verticalmente), il pomello della leva. Oggi molti preferiscono
quello orizzontale perché stanca meno e consente velocità
di trasmissione superiori.
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(3)
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Zona : detta anche
banda o striscia, era il nastrino di carta, sulla quase il telegrafo
segnava termicamente o con inchiostro, i caratteri come sequenze di
punti e linee
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(4)
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Cominoli : semplice cono
di carta, che amplificava meccanicamente il segnale acustico
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(5)
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Baudista, Hughista : personale che
usava particolari macchine telegrafiche a tastiera per trasmettere i
segnali codificati in digitale (hanno preceduto nel concetto le
telescriventi, che in più effettuavano automaticamante la
codifica e decodifica dei caratteri)
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il tasto verticale
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un telegrafo completo di
ricevente e trasmittente
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un antesignano delle
trasmissioni digitali
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il dispositivo Sounder
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il cartoccetto Cominoli
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... la macchina di Hughes
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(*) RINGRAZIAMENTI
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Andrea Gaeta è un
entusiasta delle tecniche legate al mondo della telegrafia e della
radio. Il suo sito è una miniera di immagini testi e
informazioni legati a quel mondo (qui il link alla
pagina del Morse di Andrea Gaeta) Grazie !
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Eliseo Chiarucci (I6BAK)
gestisce alcune pagine di un sito/museo (qui il link alla
pagina di Eliseo) ricco di foto e testi antichi, da non perdere.
Alcune foto qui esposte provengono dalla sua galleria. Anche a te il
nostro ringraziamento !
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