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SILENT KEY - IØDC
- IØXGY |
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Nell'arco
di due giorni ci hanno lasciato due soci fondatori ARI della nostra
sezione. Due vite che hanno viaggiato pressochè
parallele per concludersi alle soglie dei 95 anni insieme, a poche
ore di distanza; quasi a siglare l'interruzione di un lungo QSO tra due
amici tra due OM; prima il 10 marzo Walter
Mosciatti( IØXGY
ex I1GY) e dopo circa 36
ore il 12 marzo, Dante Curcio
(IØDC
ex I1DC). Il
loro contributo alla costituzione della sezione romana (così
si diceva al tempo) è stato fondamentale e per questo
desidero
impegnare per loro qualche frase, credo che abbiano diritto di
parola. Allora, poco piu che trentenni, affiancarono il primo
presidente
di sezione (I1NQ)
Carlo Polli nella fase costitutiva della Sezione ARI della capitale.
Walter (Walterino come lo si chiamava con affetto in frequenza) per due
o tre anni fu anche Presidente della sezione ARI di
Roma, mentre Dante fu per lunghissimo tempo consigliere nazionale ARI.
Non si allontanarono mai dalla sezione se non per cause di forza
maggiore. La loro prima licenza risale al 1946/47, ma operavano gia da
diversi anni in forma "sperimentale". Desidero ricordare che in quei
tempi cioè nel 1946 l' Italia iniziava a
rifiorire dopo
la notte della guerra e tra le tante novità della
pace
iniziarono anche le "autorizzazioni a trasmettere". Il rilascio delle
autorizzazioni fu una vera conquista, sostenuta oltre che dai
radioamatori nazionali anche dagli
americani; si
quegli americani che erano entrati a Roma sulle jeep fraternizzando con
le folle con lanci di "chewing
gum" e cioccolata.
Fu cosi che quelle truppe dopo aver liberato l'Italia
contribuirono, non poco, anche a restituire
l'etere ai radioamatori. Da allora la strada non fu sempre in discesa,
ma il più era fatto. Persone come Walter, Dante e tantissimi
altri colleghi del tempo hanno permesso la liberalizzazione
del
"servizio di radioamatore", che seppur riconosciuto, a livello
internazionale, dal 1927 di fatto in Italia era sempre stato osteggiato. Oggi
per trasmettere è necessario superare un esame di teoria e
richiedere "l'autorizzazione generale", che viene concessa dopo un
massimo di due mesi; anche dal punto di vista legale i
radioamatori hanno fatto notevoli progressi. Se oggi, praticare il
nostro hobby è cosi semplice, lo dobbiamo
soprattutto a
quelle
generazioni pioniere, non solo nella tecnica, che dal 1920 al 1946,
hanno
perseguito con ostinazione e
nel silenzio questo convincimento. Furono proprio questi due
OM,
che mi
parlarono di persona o alla radio o al telefono, della
loro vita. Durante quelle serene conversazioni ho sempre
avuto netta la
sensazione che volessero archiviare un pò della loro
memoria,
irripetibile patrimonio della loro esperienza umana. Mi
parlarono
di questi episodi,
consegnati da tempo alla storia e anche di molte
altre traversie e di come
i radioamatori
italiani ne vennero sempre fuori con dignità.
Ciao
Walter, ciao Dante.
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